5d13a4ecbc07479e893b537d62d3d3bd La penna in tasca: Un matrimonio in Maine

lunedì 31 agosto 2015

Un matrimonio in Maine

Il secolo diciannovesimo è aperto
come d'inverno il fuoco del santo,
eppure ritorce i suoi steli di pianto
contro questo futuro.

Lo specchio adagiato per terra,
mentre ti trucchi e pianifichi il mondo,
contorce le nostre figure
sul finto splendore di questo muro.

Aspettiamo il momento, il tranquillo
secondo in cui un guizzo gigante
trasformi la nebbia in sipario.
Il leviatano non placherebbe
la noia, ma anche le onde
squarciate fanno da eco
a sovrumani argomenti.

Sappiamo attendere.
Educati al rancore e all'ignavia,
posiamo le dita tremanti
su seni lontani come galassie,
sperando che il chiosco
sia aperto tutta l'estate.

Gli invitati al banchetto di nozze
seduti ordinati fottuti e beati
non ricordano Michelangelo.
Riciclano frasi.

E poi abbiamo atteso gli spari.
Rallentati da ciò che raccontano
- venivano in aria, subivano fronde -
sono il ricordo lontano,
la facile rivoluzione prima del ballo,
quando tutti si concedono a tutti,
tarantolati a nord.

È un'impassibile assenza cieca.

Ragazze di paese e ragazzi di città,
soli in un mondo di soli,
prendono treni a mezzanotte.
Che vadano ovunque!

La voce di un cantante penetra
il fumo della stanza,
odore di vino e profumi scadenti,
sorridono insieme in una notte
che continua, continua, continua...

Sconosciuti aspettano,
lungo il viale cercano,
ombre lampioni persone,
si vive per un'emozione
nascosta nella notte.

E lavoriamo tanto.
Non per denaro o cielo,
ma per vanto.
Puntiamo su un lancio di dadi
ancora una volta.

Alcuni vincono
alcuni perdono
alcuni cantano
canzoni tristi...

Tieniti stretta
a questa emozione.